Quasi 140 startup innovative finanziate, con 89 milioni di euro di investimenti attivati e circa 1.400 posti di lavoro creati.
Sono questi i numeri del 2022 di Smart&Start Italia, l’incentivo di Invitalia rivolto alle startup ad alto contenuto innovativo su tutto il territorio nazionale.
Su 468 domande esaminate, 136 hanno ottenuto una valutazione positiva, con un tasso di ammissione vicino al 30%. Le agevolazioni concesse nel corso dell’anno sono pari a 72 milioni di euro.
Tra i settori più presenti, spiccano il cloud computing e l’e-commerce, con il 18% ciascuno dei progetti finanziati, seguiti da Life Sciences (13%) e Internet of Things (9%). Ben rappresentati anche Materiali innovativi, Automazione industriale, Agroalimentare, Ambiente ed energia.
Il 22% delle startup finanziate nell’ultimo anno proviene dalla Lombardia, seguita da Campania e Abruzzo (11% ciascuno), poi da Puglia, Lazio, Piemonte, Sardegna e Sicilia.
Tra i casi di successo, da segnalare l’impresa Keyless, che si occupa di cyber security e di riconoscimento biometrico multi-modale (viso e comportamento), e Healthia, che ha sviluppato un sistema di medicina digitale per guidare gli utenti verso comportamenti orientati al benessere e alla longevità.
Smart&Start Italia si conferma il più importante incentivo nazionale per un target imprenditoriale di livello elevato in termini di profili professionali, idee innovative, soluzioni hi-tech. Dalla sua partenza, nel settembre 2013, ha sostenuto con 550 milioni di euro circa 1.420 startup, con la creazione di quasi 9.200 posti di lavoro qualificati.
Presentando la domanda online sul sito di Invitalia è possibile ottenere un finanziamento a tasso zero fino a 1,5 milioni di euro, senza garanzie. Inoltre, le startup con sede nel Mezzogiorno e nel Cratere sismico del Centro Italia possono ricevere un contributo a fondo perduto pari al 30% del mutuo e restituire così solo il 70% della somma ricevuta.
Nel corso dell’anno, grazie a un decreto ad hoc del Ministero dello Sviluppo economico, è stata introdotta anche la possibilità, per le imprese già destinatarie delle agevolazioni, di convertire in contributo a fondo perduto una parte del loro finanziamento.
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